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Comunità energetiche e autoconsumo: cosa sono.

Il tema della comunità energetiche e dell’autoconsumo è sempre più centrale. Questo perché si tratta di fenomeni legati all’utilizzo efficiente ed efficace delle energie rinnovabili. Fenomeni che, alla luce degli ultimi interventi normativi, costituiscono senza dubbio delle opportunità da sfruttare.

Per questo motivo, è bene cercare di approfondire al meglio tutti gli aspetti legati a queste forme di sfruttamento delle energie rinnovabili.

Comunità energetiche e autoconsumo: definizioni e differenze

Prima di scoprire le caratteristiche specifiche delle comunità energetiche e dei gruppi di autoconsumo, è necessario stabilire quali siano le differenze tra questi due fenomeni.

Entrambi hanno come obiettivo una gestione più efficiente della produzione di energie rinnovabili. Le divergenze emergono nel momento in cui si approfondisce come sono formate queste comunità. Questa la differenza sostanziale:

Differenze tra comunità energetiche e gruppi di autoconsumo collettivo

Autoconsumo CollettivoComunità Energetiche
Gruppo di utenti che agiscono in modo collettivo, ritrovandosi nel medesimo edificio. Ad esempio nello stesso condominio o centro commercialeGruppo di privati, enti territoriali, autorità locali o PMI che si costituiscono in forma giuridica per produrre e condividere energia.

 

Cosa sono le comunità energetiche

Le comunità di energia rinnovabile sono formate da gruppi di privati, enti territoriali, autorità locali e PMI che si costituiscono in forma giuridica al fine di produrre energia in maniera collettiva. Le caratteristiche tipiche di queste formazioni sono le seguenti:

  • I membri devono essere privati, enti territoriali, autorità locali, piccole e medie imprese;
  • Gli interessati si costituiscono in una associazione, cooperativa o consorzio;
  • Il gruppo deve dotarsi di uno statuto, indicare un referente (coinvolto o meno nella comunità) e specificare la modalità di condivisione dei benefici derivanti dalla produzione di energia;
  • I soggetti interessati stipulano un contratto di fornitura di energia elettrica, e sono collegati alla stessa rete in bassa tensione.
Cosa sono gruppi di autoconsumo e comunità energetiche.

Cos’è l’autoconsumo collettivo

È bene fare attenzione a non confondere i gruppi di autoconsumo collettivo con il concetto stesso di autoconsumo.

Nel primo caso, si tratta di gruppi di consumatori di energia rinnovabile che operano in modo collettivo, ritrovandosi nello stesso edificio. L’esempio più semplice da indicare è un condominio, dove i benefici ottenuti dall’energia prodotta possono essere distribuiti tra tutti i proprietari delle abitazioni.

Il concetto di autoconsumo, invece, è di natura più tecnica. In particolare, vuole indicare il rapporto tra l’energia prodotta e consumata dalle utenze e l’energia generata da un impianto di produzione.

Le leggi che governano autoconsumo e comunità energetiche

I nuovi gruppi di produzione e condivisione delle energie amiche dell’ambiente vengono disciplinati da normative comunitarie e nazionali.

In particolare, questi sono i riferimenti più importanti da considerare:

Comunità energetiche e gruppi di autoconsumo: le normative

Comunità energeticheAutoconsumo collettivo

Scendendo nel dettaglio, va sottolineata la centralità del DL 30 dicembre 2019, n. 162. È a questa fonte che bisogna rifarsi per ritrovare i parametri fondamentali per i gruppi di autoconsumo (modalità di partecipazione, diritti dei partecipanti, compiti di ARERA).

Da notare che la normativa dedicata alle comunità energetiche è di radice fortemente europea. Nella Direttiva 2009/29/CE si gettavano le basi per i primi obiettivi legati alla riduzione di gas serra, da raggiungere entro il 2020. È con la Direttiva 2018/2001, però, che si arriva alla piena maturazione dell’iniziativa normativa.

In questa fronte, infatti, si configura la prima assegnazione di diritti agli “autoconsumatori di energia rinnovabile che agiscono collettivamente”, nonché alle “comunità energetiche”. Era proprio attraverso questi due soggetti che l’Unione Europea intendeva promuovere gli obiettivi prefissati in termini di produzione di energia pulita e riduzione di emissioni.

L’efficienza nella produzione energetica rinnovabile

Comunità energetiche e autoconsumo sono gli strumenti scelti dall’Unione Europea per favorire lo sviluppo di una produzione energetica green.

La transizione energetica, però, può apportare un reale cambiamento nella società solo se efficiente. E per essere più efficienti, i processi di produzione dell’energia devono:

  • Costituire un incentivo allo sviluppo economico;
  • Essere valorizzati da infrastrutture nazionali capaci di gestire quanto immesso in rete dai singoli produttori;
  • Produrre energia che viene utilizzata quando serve, senza essere dispersa (grazie, ad esempio, ai sistemi di accumulo).
Le comunità energetiche portano a una maggiore efficienza.

Gli incentivi economici delle comunità energetiche

Al fine di favorire la diffusione delle comunità energetiche, sono stati previsti benefici di vario tipo. Tra questi, si contano il Superbonus al 110% e la detrazione fiscale al 50%. Va detto che i due meccanismi non sono cumulabili, ma si intersecano. Per gli impianti con potenza superiore a 20 kW realizzati grazie al Superbonus al 110%, ad esempio:

  • Fino a 20 kW si applicano i benefici del Superbonus 110%, secondo quanto previsto dal Decreto Rilancio;
  • Oltre i 20 kW si applica la detrazione fiscale al 50%, con un tetto massimo di € 96mila.

Un esempio di comunità energetica

Per comprendere meglio i benefici di una comunità energetica, è utile riportare un possibile caso teorico.

Si immagini un condominio con impianto fotovoltaico da 1300 kWh/kWp all’anno. L’intero insieme è rappresentabile come prosumer, ovvero un soggetto che produce e consuma energia.

Questi i dati da tenere in considerazione:

  • Produzione di 13000 kWh/anno;
  • Autoconsumo di 3000 kWh/anno;
  • Autoconsumo collettivo di 8000 kWh/anno;
  • Immissione in rete di 10000 kWh/anno.

Cui si aggiungono le tariffe previste per:

  • Spesa per l’acquisto di energia condominiale: € 20 cent/kWh;
  • Valore dell’energia immessa in rete: € 5 cent/kWh;
  • Incentivi per energia autoconsumata: € 10 cent/kWh;
  • Rimborso oneri: € 1 cent/kWh.

Con rapidi calcoli si arriva a:

  • Ricavi da mancato acquisto di energia: 3000 kWh x € 20 cent/kWh, pari a € 600 di risparmio in bolletta;
  • Valorizzazione dell’energia immessa in rete: 10000 kWh x € 5 cent/kWh, pari a € 500;
  • Incentivo per l’energia autoconsumata: 8000 kWh x € 10 cent/kWh, pari a € 800;
  • Rimborso oneri: 8000 kWh x € 1 cent/kWh, pari a € 80.

Nel concreto, gli ultimi tre importi vengono corrisposti al referente della comunità, che poi provvederà alla distribuzione secondo le modalità specificate nello statuto.

Un condominio, esempio di comunità energetica.

Renewable Community, il partner per la creazione di comunità energetiche in Italia

La creazione di un gruppo di autoconsumo o una comunità energetica rappresenta un’opportunità di assoluto interesse.

Per essere certi di realizzare al meglio la propria visione, però, è bene affidarsi a partner seri e preparati. Come noi di Renewable Community. Sviluppiamo comunità energetiche fotovoltaiche e progetti di autoconsumo collettivo capaci di coinvolgere privati, condomini, aziende ed enti locali. Offriamo servizi integrati che prevedono la realizzazione di impianti fotovoltaici, la gestione dell’iter burocratico e delle comunità energetiche attraverso software proprietari.

Per maggiori informazioni, inviate una email all’indirizzo cer@renewablecommunity.info.

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